PARTE I – Il grande gioco dell’Arte

L’arte, oggi, non è più solo un linguaggio. È un circuito. Un meccanismo che produce eventi, carriere, consensi, illusioni. Un mondo in cui la qualità è spesso accessoria, e ciò che conta è esserci, mostrarsi, raccontarsi nel modo giusto. Il sistema dell’arte contemporanea, soprattutto quello parallelo e sommerso, assomiglia sempre più a un grande gioco, dove le regole non sono scritte ma si imparano in fretta: paghi, partecipi, ti fai scrivere, ti fai vedere. Il resto? Viene dopo. Se viene.
Questa prima parte analizza proprio questo teatro delle apparenze. Dall’aspirante artista che scopre la sua “vocazione” con lodi di cortesia, alle collettive a pagamento dove conta più la quota che il contenuto. Dai critici compiacenti, pronti a benedire qualunque opera in cambio di un compenso, fino ai festival dell’arte che somigliano a sagre culturali travestite da vetrine internazionali.
È un ambiente in cui si entra facilmente, ma da cui si esce svuotati. Dove l’arte non è più il centro, ma un pretesto per far girare cataloghi, ego e denaro. Un labirinto in cui chi cerca senso trova spesso marketing. Dove tutto si dice, senza dire nulla. Ma per comprendere davvero l’arte di oggi, prima bisogna attraversare questa scenografia. E riconoscerne gli attori. Solo allora si potrà cercare, altrove, l’arte vera

Il libro è in preparazione
e sarà presto disponibile

Grazie!

A voi che avete fatto dell’arte un mestiere serio. Che avete studiato, osservato, faticato. Che avete prodotto opere vere, non “contenuti”, né inseguito la gloria nei circuiti dell’autopromozione. Grazie a chi lavora in silenzio, lontano dai riflettori, senza hashtag, senza vernissage forzati, senza rincorrere curatori, premi, festival o algoritmi. A chi continua a credere che l’arte sia una cosa che si fa con rigore, con amore, con umiltà. Non per apparire, ma per dire qualcosa. Qualcosa che resta, che tocca, che vale. Questo spazio nasce anche per voi. Per onorare chi non si è mai piegato all’apparenza. E per ricordare che, fortunatamente, l’arte vera esiste ancora.

quando l’arte parla per vendere, smette di dire qualcosa.