Il premio che mi premia perché mi sono candidato (e l’ho pagato)
di un osservatore poco distratto

Un tempo vincere un premio d’arte significava aver convinto una giuria, superato concorrenti agguerriti, lasciato un segno in un contesto critico solido. Oggi, invece, basta iscriversi, pagare la quota (con sconto early bird se ti affretti) e attendere con fiducia: qualcosa, prima o poi, si vince. Anche solo una “menzione d’onore”, che poi ti autorizza a scrivere “artista premiato a livello internazionale” nel tuo CV, rigorosamente in PDF con logo del premio in evidenza.

Il meccanismo è oliato alla perfezione. Il bando è aperto a tutti — purché paganti — e promette visibilità, esposizione, pubblicazione, cataloghi e networking. Un pacchetto vacanze in cui però l’unico che parte davvero… è il tuo portafoglio. Le giurie sono spesso composte da “curatori itineranti”, “direttori artistici di festival nomadi”, “storici dell’arte performativa del margine”, che firmano con entusiasmo e leggerezza comunicati pieni di aggettivi ipertrofici.

L’artista, va da sé, si convince. Ogni piccolo riconoscimento diventa un mattone nel castello della propria legittimazione. E via allora a postare su Instagram la foto del diploma, rigorosamente incorniciato, magari con una mano che regge la pergamena con l’aria di chi ha appena vinto il Leone d’Oro. E intanto, nei commenti: “Grande maestro!”, “Riconoscimento meritato!”, “Passo dopo passo verso l’olimpo”. Ma l’Olimpo, in realtà, è un sottoscala allestito con i pannelli modulari della fiera di paese.

Il premio d’arte contemporanea, oggi, è diventato un format: come i talent show. Partecipano tutti, vincono in tanti, e nessuno si ricorda più chi ha vinto cosa. L’importante è alimentare il meccanismo, far girare il denaro, stampare cataloghi e generare metriche da esibire al prossimo bando. È una catena di Sant’Antonio con l’autocertificazione del talento.

Così l’arte, da espressione, diventa curriculum. E il valore dell’opera? Quello lo misurerà l’algoritmo, in base ai like e alle call a cui hai partecipato. Ma tranquilli: alla prossima edizione ci sarà una nuova occasione per vincere. Basta iscriversi (e pagare, naturalmente).